Importanti risultati per Lo Spaccio di Cultura a un anno dall’apertura.

Partito col nome di progetto Biagio, rivolto prevalentemente all’ascolto e all’assistenza delle persone a rischio di emarginazione sociale – i Biagi appunto -, grazie alla spinta e all’energia dell’ente promotrice, ovvero la RETE ITALIANA DI CULTURA POPOLARE, e del suo direttore Antonio Damasco, insieme alla collaborazione con “NES Nessuno è straniero” e “Ufficio Pastorale Migranti”, il progetto si è concretizzato ne Lo spaccio di cultura – Portineria di comunità.

La progettazione dell’iniziativa è cominciata alla fine del 2018 attraverso diversi strumenti di ascolto e attivazione di comunità, con incontri specifici con gli attori sociali del luogo (Porta Palazzo, Aurora, Quartieri Militari, Quadrilatero e Borgo Dora). Lo strumento di rilevazione principale è stato il Portale dei saperi (www.portaledeisaperi.org), dove sono stati inserite le narrazioni di oltre 250 dialoghi con i residenti, commercianti, artigiani, piccole e grandi imprese, Terzo Settore.

Queste incontri hanno avuto lo scopo di raccogliere le storie delle persone che gravitano intorno alla Portineria.

L’iniziativa ha poi trovato la sua sede fisica e il suo simbolo nell’ex edicola, oramai in disuso, presa e ristrutturata e fatta diventare bella, nella piazza del più importante mercato multiculturale di Torino, all’angolo tra Via Milano e l’esedra di piazza della Repubblica.

Durante la pandemia Covid-19, la Portineria di comunità ha promosso i primi servizi legati alle esigenze della vita quotidianaoccupandosi prevalentemente della fornitura di generi di prima necessità come i farmaci a persone che non avevano mezzi o possibilità.Particolare attenzione è stata rivolta ai ragazzi: insieme ad alcune scuole è stato costruito un progetto contro la dispersione scolastica. 

Sono stati infatti mappati più di 120 ragazzi che non si collegavano più alla DAD riuscendo a recuperarne 70, che sono stati coinvolti in una redazione Web Radio.

A ottobre 2020 il sito dell’European Social Fund ha segnalato Lo spaccio di cultura – Portineria di comunità di Torino come buona pratica di innovazione e di coesione sociale a livello europeo, importante risultato portato a casa dal progetto.

Lo spaccio di cultura non ha dimenticato la sua prima vocazione verso le persone a rischio di emarginazione sociale e a gennaio 2021 i volti dei migranti dell’ex Moi sono entrati all’interno del progetto occupandosi di far diventare la portineria itinerante, con il gruppo informale Ctrl Community e il Comune di Torino con i quali è stato stipulato il patto di collaborazione per la gestione dei beni comuni.

Oggi la portineria è un luogo dove chiedere qualsiasi tipo di servizio dalla ricezione dei pacchi alla traduzione di testi in varie lingue, dalle pulizie alle riparazioni artigianali, per arrivare a servizi di supporto tecnologico, disbrigo pratiche e baby-sitting, ma al tempo stesso è un luogo relazionale dove costruire una comunità di prossimità.

Guarda il nuovo video del progetto per approfondire.


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